I Modi @ Fondazione Querini Stampalia

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La mostra I Modi di Giulio Romano e i modi di Carlo Scarpa e Alvaro Siza, è un'indagine sul legame tra rappresentazione del corpo, erotismo e architettura. Ospitata nelle sale della Fondazione Querini Stampalia, questa esposizione porta un nuovo punto vista sull'ampiamente indagato rapporto tra l'architettura e il corpo umano, focalizzandosi sulla sua valenza sensuale. 
L'interesse verso la relazione tra il corpo umano e architettura è già presente nel De Architectura di Vitruvio, ma la rappresentazione erotica e sensuale dei disegni di Carlo Scarpa e Alvaro Siza trae linfa vitale da quella che è probabilmente stata la prima opera erotica italiana: I Modi di Giulio Romano. 

Francesco Dal Co, curatore della mostra, raccoglie circa 100 disegni inediti tratti dai quaderni di appunti privati dell'architetto veneziano e del portoghese Siza, messi in relazione con l'immaginario erotico di Giulio Romano (1499-1546), allievo di Raffaello e creatore ineffabile della magia tra architettura, eros e natura a Palazzo Tè a Mantova.  
Nel 1524 Marcantonio Raimondi, importante incisore italiano del Rinascimento, ricavò da sedici disegni lascivi di Giulio Romano la serie delle incisioni note come I Modi (De omnibus Veneris Schematibus), rappresentanti sedici posizioni erotiche. Questi sono stati variamente ripresi e infine pubblicati ad accompagnamento dei sonetti licenziosi di Pietro Aretino. 
Esposto in mostra, un volume che riproduce i sonetti dell’Aretino con le incisioni di Raimondi, sul quale Siza tracciò disegni che imitano quelli di Giulio Romano. L’equilibrio compatto, impassibile del modulo vitruviano in Siza si fa abbraccio libero nello spazio, movimento liquido, danza sinuosa di passione. In Scarpa le figure di nudi femminili occupano le carte dei progetti e dicono la seduzione irresistibile del dettaglio meticoloso e incontentabile, della sua bellezza ostinata.
I modi della creatività, come forme dell’Eros, divagazioni dell’ingegno, corteggiamento amoroso e atto generativo. 


Fondazione Querini Stampalia dall’11 marzo al 15 maggio 2016

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