Il Latte dei Sogni _ 59° Biennale d'Arte di Venezia

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La 59a edizione della Biennale d'Arte di Venezia curata da Cecilia Alemanni prende il suo titolo, Il latte dei sogni, da un libro dell’artista surrealista Leonora Carrington che negli anni Cinquanta in Messico immaginava un mondo magico nel quale la vita viene costantemente reinventata e nel quale è concesso cambiare, trasformarsi, diventare altri da sé.
La mostra aspira a essere uno spaccato ottimista, che celebra l'arte e la sua capacità di creare cosmologie alternative e nuove condizioni di esistenza. «Raccontate in uno stile onirico che pare terrorizzasse adulti e bambini, le storie di Carrington immaginano un mondo libero e pieno di infinite possibilità, ma anche l’allegoria di un secolo che impone sull’identità una pressione intollerabile», spiega la curatrice Cecilia Alemani.

Il percorso della curatrice vede la presenza di 213 artisti con una forte predominanza femminile e moltissimi lavori di giovani alla loro prima partecipazione alla Mostra Internazionale. Un percorso espositivo che presenta continue sorprese e scoperte, con un numero elevato di opere esposte che sono nuove produzioni.


Arsenale - Diego Marcon



Diego Marcon presenta il suo ultimo lavoro, The Parents' Room, un film, sotto forma di musical, che narra la storia di un uomo che ha ucciso la moglie e i figli prima di suicidarsi. L'opera, installata nella parte finale del padiglione della curatrice, che ha una chiara attenzione per gli artisti femminili e di genere non binario, solleva questioni riguardanti le strutture familiari e la loro trasformazione.
Marcon crea un ambiente inquietante e perturbante, manipolando ogni aspetto del film per suscitare avversione e familiarità. Il video, un loop filmico scandito all'inizio e alla fine dal canto di un merlo generato in digitale, ricorda un'animazione in stop-motion, un effetto che Marcon crea con attori in carne e ossa, che indossano e protesi sintetiche, trasformandoli in inquietanti doppi inanimati.


Padiglione Malta - Arcangelo Sassolino



Il visitatore accede allo spazio per ritrovarsi immerso in uno scenario caravaggesco di luci e ombre, che evocano la brutalità della decapitazione dell'asceta, ispirata all'opera La decollazione di San Giovanni Battista di Caravaggio a La Valletta, punto di riferimento dell'intero progetto. Il progetto di Sassolino si concentra sulla violenza e sul dolore, con un'esperienza multisensoriale creata da gocce di acciaio fuso che piovono dall’alto su sette vasche d’acqua sottostanti.


Padiglione Belgio - Francis Alÿs


Il gioco fa parte della vita di ognuno di noi, in ogni parte del mondo e in ogni contesto sociale e culturale. Guardare il mondo con gli occhi dei bambini, attraverso le regole e i meccanismi del gioco, è ciò che esplora Francis Alÿs in The Nature of the Game. Lo spazio del padiglione si trasforma in un grande terreno di gioco, animato da dipinti e film, per lo più inediti. Colti dallo sguardo della videocamera, durante le passeggiate di Alÿs in diversi contesti urbani, i giochi dei bambini diventano metafora di un microcosmo sociale in cui si intrecciano relazioni e punti di vista.


Padiglione Spagna - Ignasi Aballí



Lo sbaglio non è un fallimento ma una possibilità. All’errore si rimedia, si attua una correzione, dando vita a qualcosa di nuovo. L’errore genera cambiamento, ha un forte potenziale creativo e generativo: Corrección, titolo del progetto dell’artista Ignasi Aballí per l’edizione 2022 della Biennale di Venezia, nasce dalla concezione “positiva” dello sbaglio, che produce una nuova percezione dello spazio e del mondo che ci circonda. Aballí ridefinisce lo spazio architettonico del Padiglione della Spagna attraverso un duplice intervento: da un lato, ruota l’ambiente del padiglione di 10 gradi, un gesto fisico che implica una lettura simbolica, "basta rivolgere un’occhiata al padiglione per accorgersi che l’edificio è un po’ storto”. Dall’altro pubblica 6 guide della città di Venezia, ribaltandone l’immagine di museo a cielo aperto e di meta turistica per eccellenza.

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